Estratto dal libro sul Metodo “Beatrice Sarti” – Costellazioni sonore nel Metodo “Beatrice Sarti”, autrice Tania Sighinolfi
“Canta il tuo dolore o il tuo dolore canterà te” disse una volta Alfred Wolfsohn. “Canta che ti passa” scrisse un fante nella parete della dolina durante la vita di trincea nella prima guerra mondiale. “ Killing me softly with his song” ( Uccidendomi dolcemente con la sua canzone) cantava Roberta Flack.
Il canto è qualcosa che risuona nelle profondità del nostro spirito, ci incoraggia, ci rallegra, ci rattrista, ci calma e ci cura. Cantare ci apre le porte di quella che alcuni definiscono la nostra anima, altri il nostro inconscio, ma che comunque rappresenta la parte più profonda e sommersa di noi stessi. Ascoltare la ninna nanna che nostra madre ci cantava da bambini o la canzone del primo ballo fanno riemergere immediatamente quelle sensazioni sopite custodite in noi e, quasi come se avessimo una macchina del tempo, ci ritroviamo a rivivere quell’istante, a vivere in quell’istante; il nostro mondo cambia e la nostra voce torna ad esprimere quell’attimo. La nostra voce, come la punta di un Iceberg manifesta il nostro mondo sommerso. Siamo, ormai, abbastanza abituati a pensare che le nostre emozioni, i nostri fallimenti, i nostri successi influenzino il nostro corpo, si parla spesso di psicosomatica, quello che per molti potrebbe essere una novità è che gli accadimenti della nostra vita sono udibili nella nostra voce. Si dice che gli occhi siano lo specchio dell’anima…per mia esperienza, la voce è il risultato della storia personale di ognuno.
Le costellazioni familiari, attraverso la collocazione spaziale dei partecipanti ad una sessione, evidenziano schemi insiti nel sistema famiglia del soggetto in esame, così fanno le costellazioni sonore attraverso l’uso del suono. Nel Metodo “Beatrice Sarti” il mezzo d’indagine è la voce del soggetto che desidera operare un cambiamento nella propria vita. Attraverso canti di gruppo o da soli l’orecchio allenato di Beatrice funge da antenna per capire su quale punto l’allievo necessiti operare un cambiamento. Come ho detto prima la nostra voce fa emergere, per chi sa ascoltare, le parti più profonde del nostro essere, il cantante viene invitato ad intonare un semplice vocalizzo ed attraverso la chiusura o apertura del suono vocalizzato Beatrice capisce come lavorare. Per la psicologia quantistica quello che la nostra mente pensa ed elabora influenza attivamente la realtà, non solo la nostra, ma anche quella di chi entra in risonanza con noi. Le costellazioni familiari si basano sulla convinzione che i soggetti di una determinata famiglia agiscano in base a schemi tramandati da generazioni, come se ogni sistema famiglia avesse in bagaglio quantico che regola le scelte dei singoli individui inficiandone il libero arbitrio. Per questi concetti, noi oggi potremmo mettere in atto e muoverci nella vita in base a schemi precostituiti, che non dipendono totalmente dalla nostra volontà, e che servono a chiudere il cerchio per vite di antenati a volte a noi sconosciuti. Attraverso il canto e la trasformazione qualitativa di alcune parole per noi distruttive possiamo fare fluire l’energia della nostra vita in una direzione per noi costruttiva e non distruttiva. Qualcuno potrà pensare che la voce cantata o parlata non sia sufficiente ad operare un tale cambiamento, in realtà per la psicologia quantica e la cimatica tutto questo è più che sufficiente. …Metaforicamente il corpo umano è proprio uno spartito, direi una sinfonia, tanto è perfetto. Perciò può accadere che alcune note stonate turbino la perfezione della scrittura musicale. Abbiamo quindi bisogno di un accordatore, di un direttore, di una guida, chiamatelo come volete, comunque qualcosa che riporti l’ordine nell’orchestra…(Cit Cimatica: lo studio delle onde sonore articolo di Enzo Crotti)